Giulia Tramontano
Giulia dopo aver lungo camminato si fermò sull'ultimo scoglio davanti al mare.
Guardò la linea dell'infinito poi si voltò verso il figlio , che ancora piccolo lo seguiva , lo fissò negli occhi, si avvicinò a lui abbassandosi alla sua stessa altezza e gli parlò a voce alta:
"Guarisci quelle paure piccolo mio, che chissà dove arriverai con quei piedini. Cresci e grida, abbraccia, sii forte e vinci sopra le cose brutte. Chiedi scusa, tendi le tue mani, ripesca dal mare chi affoga e poi consola. Salva, proteggi, piangi se ne sentirai il bisogno e non vergognarti delle debolezze. Sii uomo, sii leale e ricorda che questa vita è un attimo, fortifica l’anima ed impara a difenderti.
Aiuta e chiedi aiuto, lascia le tue tracce per chi vorrà seguirti , sii padrone di te stesso e salvati da questo mondo.
Salvati.."
Alla fine si alzò, rimise le sue mani in tasca e riprese il cammino. Il giorno stava finendo ed iniziava l'ultima notte di maggio, di luna crescente e stelle per i marinai. Una notte di mare lieve e calmo, di cicale e vento fresco fatto di piccoli passi e di un unica orma.
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